
Il canone Rai: Perchè esiste e perchè viene richiesto il pagamento?
Il cosiddetto canone Rai, canone televisivo italiano, secondo la legislazione italiana viene classificato come imposta (tassa).
Nello specifico, imposta sulla detenzione di apparecchi abilitati “alla ricezione di radioaudizioni televisive nazionali “( secondo quanto affermato dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 284 del 26/06/02 e Sentenza Corte di Cassazione del 03/08/93 n. 8549).
Le famiglie italiane sono tenute dunque a pagare una imposta per il mero fatto di possiedere una di queste apparecchiature, da non confondere con l’usufruire o meno dei canali Rai. Tutti i contribuenti che soddisfano il sopra citato requisito sono obbligati al pagamento annuo del canone televisivo.
Cosa si intende esattamente per apparecchio televisivo
Come chiarito dal Ministero dello Sviluppo Economico , non sono apparecchi televisivi: computer, smartphone, tablet, e ogni altro dispositivo privo del sintonizzatore per il segnale digitale terrestre o satellitare.
L’ultima legge di stabilità: cosa cambia per il canone rai?
La normativa a cui ci riferiremo è il decreto del ministero dello Sviluppo Economico n. 94 del 13 maggio 2016, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 129 del 4-6-2016, legge di stabilità 2016.
Tra tante polemiche, dibattiti, e leggi confuse, l’ultima legge di stabilità è andata a toccare proprio la questione.
Elemento positive sicuramente il cambiamento dell’imposta, che scende infatti da 113 a 100 euro, una dimizuione che certamente aiuta, ma non soddisfa centinaia di migliaia di contribuenti.
Il canone Rai è stato infatto definito “fuori luogo”, “una tassa in disuso”, visti i tempi moderni, dove è possibile fruire della rete per accedere a contenuti che vanno spesso oltre quelli offerti dai canali nazionali.
I contribuenti lamentano inoltre di dover sopportare frequenti interruzioni pubblicitarie e programmi di medio/bassa qualità , senza contare che quei 100 euro sarebbero certo di aiuto a tante famiglie italiane.
Altroconsumo impugna il decreto: abolizione del canone
Altroconsumo, organizzazione da sempre in prima fila per la tutela dei diritti dei consumatori cittadini italiani, chiede l’abolizione del canone televisivo ed ha raccolto – ad oggi -più di 117 mila firme delle 150 mila richieste.
Potete aderire anche voi semplicemente compilando un form presente sul sito altroconsumo.it, e scoprire di più su: https://www.altroconsumo.it/organizzazione/in-azione/azioni-in-corso/petizione-canone-rai
la definisce una tassa di un’epoca finita, che introduce un principio di concorrenza sleale.
Le novità non sono finite: legge di stabilità e Canone RAI
Oltre al costo diminuito da 113 a 100 euro, la tassa sul canone televisivo sarà inclusa, da luglio 2016, nella bolletta dell’energia elettrica.
Per il 2017, l’addebito avverrà dalla prima bolletta dell’anno.
La grossa differenza riguarda il metodo di rateizzazione del canone televisivo. Fino al 2015, I contribuenti potevano pagare in due o quattro rate distinte; mentre dal primo luglio l’importo totale (100 euro) verrà automaticamente diviso nell’arco dell’anno.
Saranno circa 20 euro bimestrali, per cui non ci sarà bisogno di richiedere la rateizzazione. Una novità, questa, che attende ancora la conferma da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Non ci resta che attendere la prima quota il mese prossimo.
Come non pagare il canone RAI
L’Agenzia delle Entrate ha reso note le modalità ed I termini per la dichiazione di non detenzione di un apparecchio televisivo: è sufficiente compilare un modello di autocertificazione presente sul sito.
Prima data utile per la presentazione della dichiarazione sostitutiva era il 16 maggio 2016. Per chi non avesse fatto a tempo, si può comunque presentare entro il 30 giugno 2016: in questo modo, il contribuente sarà esonerato dal pagamento per il periodo di tempo che va da luglio a dicembre 2016.
Per quanto riguarda l’anno prossimo, si ha tempo fino al primo luglio 2017.
Attenzione però: la dichiarazione ha durata di un anno, perciò ogni anno dovremo ripresentare il modello per essere esonerati dal pagamento del canone Rai.
Come presentare la dichiarazione?
Di persona, presso una sede dell’Agenzia delle Entrate, compilando il modello apposito. Responsabili per la compilazione sono esclusivamente i titolari di utenza per la fornitura di elettricità (ad uso domestico residenziale), che non posseggono un apparecchio radiotelevisivo (una televisione insomma).
Il modo più rapido e semplice, evitando spiacevoli file presso gli uffici, sarebbe quello di presentare la dichiarazione online, sul sito dell’Agenzia delle Entrate. La data sarà quella della ricevuta telematica rilasciata al pagamento.
Per chi non si sentisse troppo sicuro e preferisce ricevere assistenza, un’altra modalità è quello di presentarlo tramite un intermediario riconosciuto per legge: ad esempio, il proprio commercialista, consulente del lavoro o CAF.
Ovviamente è possibile anche a mezzo posta raccomandata, includendo un documento di identità, all’indirizzo : Agenzia delle entrate – Ufficio Torino 1 – Sportello abbonamenti TV – Casella postale 22 – 10121 Torino.
Requisiti per la presentazione della dichiarazione di esonero dal pagamento del canone Rai
- Nessun membro in famiglia possiede apparecchi televisivi (secondo la definizione sopra) in nessuna delle abitazioni per le quali è titolare di utenza elettrica per uso domestico;
- Nessun componente della famiglia possiede un altro apparecchio televisivo oltre a quello per il quale è stata presentata entro il 31 dicembre 2015 denuncia di cessazione per suggellamento, in nessuna delle abitazioni per le quali è titolare di utenza elettrica per uso domestico;
- Il canone è già pagato da un componente della famiglia intestatario di un’utenza elettrica
Per quanto riguarda coloro che andranno ad attivare una nuova fornitura di energia elettrica, ad uso domestico residenziale, la dichiarazione dev’essere presentata entro la fine del mese successivo a quello di attivazione. Esempio, attivazione dell’utenza il 15 giugno, presentazione dell’autocertificazione entro il 31 luglio.